lentini small CHORALE BEATO DOMENICO LENTINI LAURIA
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Una spiritualità caratterizzata dalla dimensione della Croce. La tensione alla perfezione evangelica lo portò a realizzare un'esemplare testimonianza cristiana

MARIO RICCIO

Per aspera ad astra: in estrema sintesi potrebbe essere questa la definizione del progetto di vita del Venerabile Domenico Lentini, che attribuiva l'assoluta prevalenza della vita futura su tutti gli altri beni. Tale esemplificazione aiuta a comprendere alcuni aspetti della vita del «prete santo»: l'estrema povertà volontaria, il rigore di vita, la sua umiltà, l'intransigenza nella condanna del peccato. Aspera significava per lui il distacco dalle cose materiali, con attenzione all'itinerario verso la felicità eterna; lotta al peccato, mortificazione del corpo con riferimento alle sofferenze patite dal Figlio di Dio per la nostra salvezza. Astra, considerata come meta conclusiva della vita da raggiungere attraverso la carità verso Dio, verso se stessi, verso il prossimo.
Il programma della sua vita aveva, come fine supremo, salvare tutti tramite il suo apostolato da considerarlo fallito se non avesse raggiunto il suo scopo. L'analisi della sua spiritualità rivela chiari segni della consapevolezza di aver ricevuto da Dio il compito di guidare il suo popolo alla conversione. Poté attendere a questo compito perché era dotato di potenza taumaturgica che dava convinzione alla sua parola, rafforzata dall'esempio della vita.
Ritenne essenziale dedicarsi all'impegno sociale con la carità, per conseguire quel bene superiore che è la pace. Per questa sua esemplare virtù i contemporanei lo consideravano santo. Nella sua spiritualità, caratterizzata dalla dimensione della Croce, si ispirò a s. Giovanni Bosco, s. Leonardo, s. Giovanni e s. Paolo della Croce e, soprattutto, al Venerabile P. Nicola Molinari da Lagonegro. Un tratto caratteristico e originale delle sue spiritualità è la consapevolezza che è stato Cristo a unirlo a sé con il battesimo, l'ordinazione e la celebrazione eucaristica, partecipazione al sacrificio della Croce. In tal senso egli si rende solidale con il Figlio di Dio. È stato rilevato che «il fulcro della sua spiritualità consiste in un processo singolare di immedesimazione e di partecipazione credente alla sua passione e morte». Ciò «lo conduce all'orrore del peccato e al dolore per il dramma dell'ingratitudine degli uomini verso l'amore misericordioso di Dio; al consolante annunzio che Dio vuole tutti salvi e perciò è possibile a tutti di vivere una vita di comunione con Dio». Coerente con questi principi il Lentini, coinvolto nei rivolgimenti politici e sociali del suo tempo, raccomandava prudenza per le circostanze dei tempi; obbedienza finalizzata alla gloria di Dio e alla salvezza delle anime per le quali si diceva pronto a morire. Fu fermo e deciso nel condannare le idee nuove atee e generatrici di scandali, di malcostume e lassismo.
Nelle turbinose vicende politiche degli anni '80 durante le quali Lauria subì invasioni, saccheggi e incendi, Lentini sostituì con la Croce l'albero della libertà posto dai Francesi a simbolo della Repubblica. In questa operazione propose la fraternità evangelica arringando la folla con queste parole: «fratelli, questo è il glorioso albero della redenzione, l'albero dell'umano riscatto. Quest'albero solo dobbiamo adorare». Nel popolo tornò la pace, la concordia e la perfetta armonia.